BIMBI CON MONITRICE


Moody e la
Scuola Domenicale


di J. H. Batt




Il primo breve discorso di Moody in Inghilterra sulla Scuola Domenicale

La prima volta che Moody si recò in Inghilterra fu nella primavera del 1867, per accompagnare sua moglie ammalata in un viaggio per mare.

La sorella Moody era stata una delle insegnanti della Scuola Domenicale nella prima missione del suo futuro marito; non appariva spesso in pubblico ma fu una presenza tranquilla e una forza costante per il ministero di suo marito; il suo senso pratico e la sagacia si dimostrarono veramente preziosi per l’opera che insieme svolgevano per il Signore.

Possiamo ben immaginare quanto l’evangelista di Chicago fosse ansioso di incontrare i servitori di Dio la cui fama era arrivata fin nel suo paese. Desiderava soprattutto ascoltare Charles Haddon Spurgeon, vedere George Muller e qualcosa della sua meravigliosa opera.

In Inghilterra, Moody era uno sconosciuto, se non per pochissimi che erano stati in America. Uno di questi fratelli lo invitò a parlare nella Exeter Hall in occasione dell’anniversario della Scuola Domenicale.

Gli fu concesso uno spazio modesto in quel culto: doveva solamente esprimere un ringra-ziamento al duca di Shaftesbury che presiedeva la riunione. Parlò poco, ma così bene che conquistò l’uditorio. I presenti non potevano immaginare che cosa sarebbe diventata la E-xeter Hall per Moody nel giro di pochi anni; se qualcuno avesse detto che in quel posto, in meno di dieci anni, quello sconosciuto avrebbe affascinato uditori in un incontro mattutino di preghiera, sarebbe stato reputato pazzo. Eppure fu così.
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Era stato presentato come il Reverendo Moody, “un cugino americano”, un titolo che non gli piaceva perché si considerava un fratello e un collaboratore nell’opera della Scuola Domenicale, per la grazia di Dio.

In quell’occasione parlò della conversione dei bambini e disse:

«C’è un fatto che mi ha colpito questa sera nella relazione del segretario: che 7.855 giovani anime sono state condotte al Signore nell’arco dello scorso anno. Ho chiesto al segretario il numero di insegnanti im-pegnati nell’opera: ben 82.833! Questa cosa mi ha sconvolto.

Penso che se questi 82.833 insegnanti fossero stati fedeli, ci sarebbero stati almeno altrettanti allievi salvati. Non posso fare a meno di pensare che se i monitori fossero sinceri e zelanti, e passassero più tempo nella loro cameretta a pregare, potrebbero portare almeno un’anima all’anno a Gesù Cristo.

Credo che ci sia molta infedeltà nella Scuola Domenicale, come nelle nostre chiese su questo punto, e che persino molti genitori pensino che i propri figli non possano andare a Cristo da piccoli.

Temo che molti monitori vadano alla Scuola Domenicale senza pensare di esortare i loro allievi ad arrendersi immediatamente a Cristo. Credo che se i bambini hanno l’età per frequentare la Scuola Domenicale, essi abbiano anche l’età per andare al Calvario. Ho esortato i monitori americani a fare questo, e Dio ha benedetto il nostro impegno.

Una bambina qualche tempo fa si presentò davanti agli anziani di una chiesa, dopo aver parlato con lei, questi giunsero alla conclusione che, per quanto avesse quei sentimenti, la bambina era troppo piccola, soltanto sette anni, per entrare essere ritenuta un membro della chiesa.

La piccola in lacrime chiese loro: “
Ditemi, quanti anni devo avere per poter amare Gesù?
Questa è la questione da definire, cari fratelli. Io credo che se i monitori dell’Inghilterra fos-sero fedeli nell’esortare i bambini alla necessità di una consacrazione immediata a Cristo, potreste avere una relazione molto diversa l’anno prossimo; invece di settemila persone che si uniscono alla chiesa, potreste contare centomila nuove anime!».

Quindi Moody iniziò i propri messaggi in Inghilterra parlando della conversione dei bambini, rivelando una profonda simpatia per l’opera della Scuola Domenicale.

Ricordò più volte il suo caro insegnante, il buon
signor Kimball di Boston che lo condusse a Cristo nella sua adolescenza.

Ben presto riuscì a conquistare l’uditorio dell’Associazione Giovani Cristiani di Aldersgate Street, raccontando le esperienze della Scuola Domenicale della Missione.

Parlava in maniera tanto fresca, esplicita e pratica che i presenti rimasero toccati e affascinati.

Ebbe anche il tanto desiderato incontro con il
pastore Spurgeon e visitò George Muller agli orfanotrofi di Ashley Down.
Queste visite fornirono la semente per raccolti futuri di preziose amicizie e fraterna comunione nella grande opera del Maestro.
Notò in modo particolare l’efficacia della preghiera di un giusto, vedendo l’opera di fede svolta dal Muller.

Moody lasciò un ricordo speciale della sua prima visita in Inghilterra: nella chiesa di Aldersgate Street. Su suo consiglio fu istituita una riunione giornaliera di preghiera per alcuni aspetti simile a quella che egli aveva organizzato nella città di Chicago.

Articolo tratto dal bellissimo libro Dwight L. Moody di J. H. Batt pubblicato dalle A.D.I. -Assemblee di Dio in Italia e rintracciabile al seguente indirizzo